LA SCALATA AL MAINSTREAM MEME, TROLL E GAMERGATE
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In riferimento continuo al tessuto economico-politico generale, il testo analizza diffusamente l’utilizzo della tecnologia nelle reti sociali virtuali, con le sue opportunità attraenti e tuttavia viziate sempre di più da criticità pericolose.
Ne risalta subito come le tendenze della sterminata galassia dei Social Media appaiano tuttora fortemente divergenti dalle funzioni ottimistiche attribuibili all’Internet Culture dei suoi padri fondatori, smarrendo progressivamente, e in meno di due decenni, le pagine migliori delle sperate “nuove antropologie”. Al loro posto si sono instaurati e radicati degli aspetti fortemente aggressivi, in un incrocio di tattiche e conquiste tese a provocare autentici ribaltamenti politico-istituzionali nel settore della comunicazione, e talvolta estremizzantesi anche in violenti movimenti di piazza o nelle gesta imperdonabili dei killer solitari.
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L’autore – a seguito del suo Social Media Marketing fra UGC ed algoritmi (2018), manuale con strumenti per l’impresa e il professionista – procede qui a ventaglio attorno al concetto basilare di potere o “contropotere”, in quanto destabilizzante. Attualmente l’osservatorio permanente sul tessuto sociale è realizzato da un complesso e intricato apparato tecnologico, capace di amplificare in modo esponenziale quei presupposti di efficienza, invisibilità, controllo, osservazione, produttività, gestione dei costi, pervasività, nelle loro possibili manifestazioni caleidoscopiche, specie nelle aree più periferiche del Web, dove appunto si mettono in azione delle politiche eversive, sotto le sembianze di una vera e propria pulizia “etno-digitale”.
Nella scansione dei capitoli, con riferimenti alla filosofia, al giornalismo, al marketing e alla sociologia, risalta all’inizio l’individuazione nella società attuale di una sorta di “Panopticon”, vero e proprio meccanismo per mettere in atto una forma perversa di digital imperialism che, nella sua capacità di controllo totalizzante, sembra attualizzare la visione di Foucault dei corpi (e delle menti) addomesticate. Nonostante l’apparenza di una lotta tra il caos e la disciplina digitale, in sostanza oggi prende forma il brain hacking – l’addomesticamento dei cervelli – con l’utilizzo delle più evolute tecniche per lo sfruttamento estremo delle nostre capacità attenzionali.
Entrano in campo nuovi saperi e nuovi soggetti. Alcuni raggiungono la fama e vengono conclamati nelle frange coagulatesi come gruppi di contropotere egemonico. Tra questi spiccano i vandali digitali, da taluni definiti terroristi, gli internet troll.
Vengono coniati nuovi hashtag, elaborate tattiche di persecuzione lanciate, per la prima volta, con il gamergate. L’estremismo politico coinvolge aspetti sempre più intimi e particolari delle persone, deflagrando in movimenti reazionari fieri di esibirsi in atti di odio vero e proprio rivolti contro chi è dissenziente, contro il politically correct, contro il mainstream.
Vi si aggiunge il negazionismo: non solo quello politico e anti-olocausto dei siti estremisti dell’Alt Right, con al seguito la manosphere (uno spazio d’aggregazione dedicato a una sorta di “neomascolinità”), ma quello più ampio e difficilmente contenibile (rendicontabile) sostenuto dalle Fake News. I diversi gruppi, abili tessitori di teorie complottistiche, si specializzano nella forma mediale dei meme, proiettili digitali ad alto impatto, divenuti degli habitué in molti ambienti della comunicazione digitale, anche in quelli più en vogue del marketing delle grandi corporation.
La manipolazione dell’informazione si diffonde a macchia d’olio, così da trasformarsi in un vero e proprio attacco al mainstream e al mondo del giornalismo accreditato, non solo statunitense. In un conflitto digitale senza esclusione di colpi, fino a metterlo sotto scacco, fino a portare a una presidenza molto discussa.
In questo quadro d’insieme risaltano e si comprendono meglio le cause occulte dei fenomeni più diffusi, oggi sempre più vicini a noi: le “distorsioni” del vero, nell’epoca delle fake news, della post-verità e di un’aurorale inquietante post-umanità votata alla negazione dei valori democratici, al nichilismo, fino all’autodistruzione.
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