ESTETICA DELLA FRUIZIONE
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Gradire o non gradire qualche cosa, percepire, sentire e saper fruire, ascoltare, assaporare e lasciarsi cogliere da un’emozione sono esperienze che implicano più livelli di distinzione: esperienziale, emozionale, affettivo, giudicativo, conoscitivo.
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Gradire o non gradire qualche cosa, percepire, sentire e saper fruire, ascoltare, assaporare e lasciarsi cogliere da un’emozione sono esperienze che implicano più livelli di distinzione: esperienziale, emozionale, affettivo, giudicativo, conoscitivo. La fruizione è esercizio di osservazione: è vedere o meglio “credere” di vedere e con ciò arrivare all’emozione, al piacere o al dispiacere. È attivare il gusto e il tatto. È saper ascoltare. È contemplare, rilevando il valore ontologico di quel particolare oggetto che è l’opera d’arte.
Il gusto coinvolge l’ambito valutativo. Chi fruisce accoglie o scarta. Lo spettatore, se non decreta il valore dell’opera, tuttavia riempie o svuota il teatro, la sala cinematografica, compra o non compra un volume, un cd, cambia o non cambia canale… L’opera d’arte si attiva grazie allo spettatore; l’“industria” dello spettacolo, culturale, d’intrattenimento vive unicamente per lo spettatore. Perciò il gusto incontra il sociale e diventa, da “nome” dell’estetica, un modo per ripercorrerla, ripensandone anche il fondamento.
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